Sembra facile, ma non lo è.
Quando tutto è cambiato e ti ha spaventato ogni cambiamento che arriva in più prima di essere accolto…..congela…. ci coglie con smarrimento.
Eppure, tutto nella vita cambia ogni secondo: col primo respiro del mattino, con i nostri pensieri, con il cibo che introduciamo, con le buone e le cattive notizie. Non esiste un giorno senza cambiamento. E’ insito nelle nostre cellule, che cambiano con noi e che ci stimolano pure, da dentro.
Una gran quantità di materiale decisamente cui stare dietro…Davvero! Per questo vi racconto come faccio io a stare dietro ai cambiamenti. Come ho evitato di esserne spaventata.
Con la malattia ho capito che non è difficile morire, è difficile vivere, e così ho cominciato a prendere appunti, per conoscermi meglio, per abbracciarmi anche io in questa fase della mia vita, e per mettermi a nudo, in un modo intimo, riservato solo a me.
Per non spaventarmi, io scrivo. Scrivo un diario, anzi più di uno a dire il vero. Mi racconto di me, prendo appunti delle mie emozioni e delle mie paure, le guardo scritte su carta che ballano sotto i miei occhi e, come per incanto, l’ansia connessa a quelle parole svanisce. Non è solo utile per dare un senso esistenziale o spirituale a quello che ci sta accadendo. Gli dà una forma, un contenitore che non è più il mio diaframma bloccato o il mio cuore ballerino.
Scrivere è un balsamo, tanto quanto lo è il leggere. Ti rispecchia ti dà un contatto con te. E sai, è senza questo contatto che si può, davvero, morire.
Scrivere ti fa vedere quel che è. Messe su carta le nostre storie diventano dei confini amorevoli, oltre i quali non si torna più indietro. Se io vedo la mia paura, se la accetto scritta su un foglio di carta, mi spaventa meno. I fogli del diario sono i paletti sui quali appendiamo il cartello: QUESTO MAI PIU…oppure QUESTO LO DESIDERO ANCORA…. o anche…QUESTO LO CERCO E ME LO VADO A PRENDERE…
Io adoro il cartaceo per il mio diario, e sono certa che non sono l’unica. Deve essere abbastanza grande, luminoso, o colorato, a righe o a quadretti non importa. Io li raccolto tutti, sin da quando mio figlio era piccolo, dunque sono 36 anni di quaderni, e sono tutti lì con me. Mi aiutano a non tornare indietro, anche se non li rileggo. Ho fermato lì le paure, le incomprensioni, i dubbi sulla carta e questi hanno smesso di affollare me.
Chi segue Donatella sa che la prima cosa da fare è avere un diario, anche se all’inizio sono in difficoltà davanti al foglio bianco, poi diventa un amico insostituibile. Lo portano sempre in borsa o nella loro cartella di lavoro. Diventa un “ponte” che li collega a se stessi oltre gli impegni della giornata. Li aiuta a non dimenticarsi di avere fiducia di sé e delle loro intuizioni che piano piano emergono vaporose da quelle pagine riempite di getto, ma mai a casaccio. Scrivere lenisce il dolore e colma la distanza tra noi ed i nostri sogni. Che poi se li scriviamo non diventano più veri? Li posso toccare e sentire, li posso coltivare perché ora sono fuori di me, non li posso più nascondere.
In questa fase della mia vita Il diario mi ha aiutato a discernere tra le cose che non voglio più e quelle invece a cui voglio aprire la porta. Poiché la mia guarigione è collegata al mio desiderio di vivere e di donarmi è molto importante che i desideri io li elenchi, li colori, li pensi continuamente in modo che si offrano alle magie delle coincidenze di cui è piena la vita.
Poi può succedere che uno di quei desideri, scritto un pò di tempo fa, subito dopo l’intervento chirurgico sta prendendo forma. Sembra che possa diventare realtà e questo mi ha messo di fronte ad una Donatella che non conosco ancora bene (di questa Donatella che non è più “come prima” ho già scritto nel primo articolo, qui…..https://donatellaponterio.wordpress.com/ ). Che non ha solo paura del nuovo, ma che è intimamente felice di aver amato uno dei suoi desideri, tanto che la sua manifestazione è più importante del risultato. Quale che sarà, e su cui ovviamente vi terrò informati!
Si aprono mille possibilità dunque ed io desidero essere pronta a chiudere un ciclo per viverne un altro. E questo potrò farlo grazie anche ai miei tanti diari, alle persone che mi hanno insegnato a scriverlo e che mi hanno sostenuto nei cambiamenti (terapeuti e non) e che ancora mi sostengono, e grazie anche a voi che mi leggete.
Scrivetemi se vi risuona quello che ho scritto. Scrivetemi se avete un diario o volete incominciarne uno. Troverete tutto qui ed anche sul mio account https://www.instagram.com/donatellaponterio/ e su Facebook che trovate in fondo alle pagine del Blog.
Vi lascio con una citazione che amo molto e che è di uno dei miei maestri, Bert Helliger:
“Ti dirò una cosa riguardo alla felicità. La felicità viene vissuta come pericolosa perchè rende soli. Invece con un problema o con l’infelicità si è in compagnia. I problemi e l’infelicità sono connessi ad una sensazione di innocenza e di fedeltà, mentre la soluzione e la felicità sono connessi ad una sensazione di tradimento e di colpa. Non che la colpa sia ragionevole, eppure viene vissuta come tale. Per questo il passaggio dal problema alla soluzione è così difficile “.
VIVITI SENZA VERGOGNA. ALMENO INIZIA. E scrivi cosa provi……
Grazie per aver letto fin qui, Donatella
Un bellissimo articolo, riesci con la tua scrittura a fare vivere le tue sensazioni…😘
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Grazie di questo commento!!! Ma incoraggia a proseguire! 🥰
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Grazie Donatella, scrivere unifica emisfero destro ed emisfero sinistro così tutto diventa sintesi 🎨. Le persone che mi chiedono aiuto ascoltano da me come prima risposta: ” compra un quaderno e insieme scriveremo qualcosa che lascerà traccia della tua mappa esistenziale odierna collegata a quella prenatale” . Scrivere aiuta anche a non disperdere la certezza che siamo capaci di cambiamento♥️
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Grazie! Si ..si tiene traccia e certezza dei cambiamenti. Io per prima ne faccio tesoro! Grazie!
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